Neanche arrivata in Austria, c’è già chi mi vuole riportare in patria. Un motivo buono però c’era: fare un “giretto” in bici e fermarci a vedere il passaggio dei ciclisti sul percorso del Giro.
Saltati in macchina presto ieri mattina, siamo
arrivati a Comeglians e da lì partiti in bicicletta per una, uso un termine
neutro, estenuante 50km su e giù per le Alpi in compagnia dei miei nuovi amici
austriaci, tutti uomini, tutti atleti.
Parte del gruppo era partito in bici
direttamente dall’Austria, facendosi strade che perfino mia nonna (che ha visto
tre quarti di mondo) giudica folli, più il passo Monte Croce Carnico, più lo
Zoncolan, con tanto di pause tajut, giusto per darsi un po’ la carica.
Nei miei 25 km di salita ho visto le stelle. Esattamente
non so dirvi dov’ero, è già tanto che sia qui a raccontarvelo, comunque
all’interno del Comune di Prato Carnico sul percorso del Giro, e c’erano solo
salite.
E quando, dopo una pausa forzata (dove sono
riuscita per un soffio a tirar fuori dal mio zaino una barretta di cioccolato prima
dello svenimento), siamo arrivati al bar da dove volevamo vedere il Giro, mi è
venuto un colpo. Faccio appena in tempo ad appoggiare per terra la mia bici e a
girarmi che vedo arrivare il cognato di Jan, uno di quelli del gruppo partito
in bici dall’Austria e che abbiamo sorpassato in macchina pensando di dover poi
aspettare su chissà quanto….
Non me ne sono fatta una ragione neanche
sapendo che è un atleta professionista. L’unica possibilità che mi viene in
mente è che si sia teletrasportato.
Comunque, a parte il mistero irrisolto, è stata
una gran giornata tra amici, con gnocchi friulani, caffè, vino rosso e bianco, pizza e poi
ancora caffè, vino rosso e bianco e poi ancora caffè, vino rosso e bianco….!!!
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