lunedì 9 giugno 2014

Il mio primo Autostop!

Mi son svegliata stamattina ancora con il muscolo sotto la spalla contratto a causa di una posizione yoga che ho fatto ieri sera. Eh sì, questa volta è stata colpa dello yoga! O meglio mia, che volevo mostrarmi a tutti i costi quanto so far bene la candela e poi…tac! Torna fuori lo stesso dolorino che un anno fa mi ha tolto il respiro per due giorni! Vabbè, provo con gli esercizi appositi, migliora un pochino ma non del tutto, allora decido di seguire il consiglio di un amico “fai una camminata leggera in piano che fa bene”. “Ok!” ho pensato e sono partita sotto il sole cocente. Dopo due ore e mezza di camminata mi ritrovo al Centro Biathlon dove comincio a chiedere informazioni a due tizi (i gestori del bar/centro) che mi guardano increduli mentre mi spiegano che il biathlon, soprattutto d’estate, lo vanno a fare solo gli atleti ecc. ecc. Dicono che camminare faccia dimagrire. Sarà, ma a me è venuta una fame da lupi! Al bar ordino un caffè, ma mi mangerei il tavolino. La “camminatina per la schiena”, in tutto 25 chilometri, si sarebbe conclusa come da programma se non avesse iniziato a piovere o meglio, a grandinare, a due ore da casa. E’ successo tutto con una velocità incredibile, da sole che spaccava le pietre è arrivato un temporalone gigantesco che ha visto me: guardare in alto e capire che “oh oh qua si mette male”, camminare più veloce in cerca di un riparo, scardinare il casupolo degli attrezzi di un contadino per usarlo come riparo dalla grandine, aspettare che smettesse (invano), decidere se ripartire o no… Ripartita: corro per un’ora col mio zainetto in mezzo ai boschi come una selvaggia tra tuoni, pioggia, melma, pozzanghere e rimasugli di grandine con gli occhiali che, sì, devono stare su, ma si appannano ogni momento e mi fanno inciampare nei buchi. Spero solo di non rompermi un piede e di trovare presto l’uscita sulla strada principale, che non arriva mai. Fiatone, curva, curva, bivio, un altro bivio, per fortuna mi ricordo bene la strada perché con sto tempo doversi fermare e tirare fuori la cartina sarebbe una tragedia. Intanto penso “Dio fai che non mi prenda un fulmine, la prossima volta guardo le previsioni prima di partire, promesso!” e vado avanti a metà tra paura e divertimento. Finalmente trovo il bivio che collega il sentiero con la strada delle auto. Devo fare l’autostop. Ok, ma non passa nessuno, solo tre in moto troppo preoccupati di mettersi all’asciutto per rendersi conto che c’è una poveretta tutta fradicia sull’orlo della strada che ha bisogno di aiuto. Niente, continuo a correre sulla strada fino a una capanna di legno sotto il cui tetto mi rifugio. E aspetto. E intanto comincio a sentir freddo… E poi… Vedo in lontananza un’auto. Con scatto felino mi ributto in strada e metto fuori il pollice nella speranza che si fermi. Lui passa avanti, ma dopo una trentina di metri si ferma, graaaaandeeeeee!!!!!!!!!!!!!! E’ Gerd, un simpatico omone del paese vicino che, sorridente, mi dà un passaggio fino alla tenda e mi consiglia di fare una bella doccia calda all’arrivo. Io, strafelice, gli dico che la prossima volta che lo vedo gli offro un caffè e che mi dispiace di avergli bagnato tutto il sedile! Scendo dalla macchina e mi cade la borraccia costosissima rompendosi…Ma chissenefrega, che avventura! Torno in tenda (per fortuna qui non è arrivato ancora il temporale perché ho tutta la roba stesa fuori e la tenda aperta), mi tolgo la roba bagnatissima di dosso, le scarpe, i calzetti (che nella corsa si sono bucati…!) e mi faccio una bella risata mentre preparo l’asciugamano per la doccia e un buon tè caldo.

Telefonini in sicurezza nel box-merenda
La calma prima della tempesta

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